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Giornata della Terra: FOCSIV con clima e migrazioni su RaiPlay

Il cambiamento climatico è già una realtà oggi e i suoi effetti sono concausa di sfollamenti e migrazioni forzate. Cambiare i nostri stili di vita e i modelli produttivi insostenibili è indispensabile per proteggere la vita, la casa e il lavoro di milioni di persone.  Giovedì 22 Aprile, Giornata Mondiale della Terra, FOCSIV è con Earth Day Italia su RaiPlay e sulla piattaforma OnePeopleOnePlanet, per presentare in anteprima un breve video su Clima e Migrazioni, realizzato nell’ambito del progetto Volti delle Migrazioni – FOCSIV.

Alle ore 14 ci sarà l’intervista a FOCSIV e il video sarà messo in onda. Un video che mostra come le emissioni di gas serra e il relativo riscaldamento dell’atmosfera e degli oceani stiano causando disastri ambientali, dalle inondazioni alla desertificazione, che forzano milioni di famiglie a sfollare nei loro paesi e verso quelli vicini.

Si stima che saranno 140 milioni le persone costrette a sfollare entro il 2050. Alcuni testimoni mostrano nel video come il cambiamento climatico contribuisca ad amplificare conflitti e migrazioni, dall’Afghanistan alla Nigeria.

E’ necessaria un’azione globale e locale di giustizia climatica: chi causa più emissioni di gas serra deve procedere urgentemente alla loro riduzione, mentre occorre sostenere le famiglie e i paesi più colpiti a proteggersi dai disastri con investimenti per evitare i dissesti idrogeologici.

Ci vuole più cooperazione internazionale, e l’Italia dovrebbe aumentare gli investimenti per l’agroecologia, l’energia rinnovabile, città sostenibili e inclusive, i diritti dei popoli più vulnerabili e dei migranti, come previsto dall’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile. L’Italia dovrebbe programmare il raggiungimento dell’obiettivo dello 0,7% del reddito nazionale lordo per la cooperazione allo sviluppo, ed allineare coerentemente tutte le politiche a questo obiettivo, per incidere in modo efficace verso un cambiamento radicale di paradigma, per una transizione ecologica giusta, equa e sostenibile.

Cosa sono le migrazioni sostenibili?

Le migrazioni sono un fenomeno che dovrebbe essere concepito nel quadro dello sviluppo sostenibile, dall’Agenda 2030 al Global Compact sulle Migrazioni. A questo riguardo la European Migration Network (è una rete europea di esperti in materia di migrazione e asilo che lavorano insieme per fornire informazioni e conoscenze obiettive e comparabili sulle questioni emergenti relative all’asilo e alla migrazione in Europa), ha approfondito il tema con riferimento alla politica migratoria europea, cercando di articolare il concetto di “migrazioni sostenibili”.

Nel background document n.11 qui scaricabile, riportiamo e commentiamo per la discussione, le principali conclusioni che sono emerse dalla tavola rotonda sulla “Sustainable Migration from Africa to Europe”.

In linea con la Agenda 2030, che mostra come il fenomeno migratorio possa essere compreso solo se messo in relazione tra le diverse dimensioni sociale, economica e ambientale, la tavola rotonda del Network Europeo sulle Migrazioni ha esplorato il significato di “migrazione sostenibile” che cerca di contemperare le prospettive politiche degli stati di origine, transito e destinazione.

E’ stato affrontato il concetto di “whole of route” fondato su un approccio di triple win: si tratta di riconoscere l’importanza dell’intero percorso migratorio in modo che tutte e tre le parti ne traggano beneficio: i paesi di origine, quelli di destinazione e i migranti stessi, sottolineando come una “migrazione sostenibile” offra ai responsabili politici l’opportunità di governare meglio le migrazioni, in modo che esse possano essere vantaggiose sia per i paesi di origine che per quelli di destinazione.

Secondo questo approccio sono da collegare tra loro in modo trasversale diversi obiettivi di sviluppo sostenibile, ne possiamo citare almeno 5: il primo relativo alla lotta alla povertà (in particolare nei paesi di origine), l’ottavo sul lavoro dignitoso (per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori migranti nei paesi di destinazione), il decimo sulla disuguaglianza (tra paesi di origine e di destinazione, e per canali regolari e sicuri per le migrazioni), l’undicesimo su città inclusive e sostenibili (con riferimento all’integrazione dei migranti nelle città di destinazione), e il sedicesimo su istituzioni giuste (per la difesa dei diritti dei migranti in tutto il loro percorso migratorio).

Sono stati delineati i rischi e i benefici riguardanti l’attuale sistema migratorio Africa – Europa. Tra i primi rientrano la “fuga di cervelli” (la migrazione di manodopera altamente qualificata) e il conseguente brain waste, “spreco di cervelli” (i lavori a bassa qualificazione a cui sono costretti molti immigrati con studi e specializzazioni elevate), la migrazione irregolare, e la nascita di percezioni sui migranti errate, enfatizzate dai media e sfruttate a fini politici, che creano tensioni, preoccupazioni e paura. Tra i benefici invece si sottolinea come la migrazione circolare permetta all’Europa di beneficiare di lavoratori qualificati e non, e all’Africa di usufruire dei benefici economici provenienti dalle rimesse, creando così una migrazione reciprocamente vantaggiosa.

Infine si sottolinea la stretta connessione che dovrebbe esistere tra protezione dei diritti dell’individuo e sviluppo sostenibile, possibile esclusivamente attraverso la creazione di un ambiente sociale ed economico dignitoso per i migranti nei paesi di destinazione, in cui le comunità insediate e le popolazioni locali possano prosperare, e con il riconoscimento e la professionalizzazione del ruolo delle diaspore come agenti di sviluppo nel paese d’origine, attraverso lo studio di strumenti di investimento che valorizzino l’impatto finanziario delle rimesse.

Il concetto di migrazione sostenibile cerca di tenere in conto e di equilibrare gli interessi dei diversi attori in gioco, in particolare dei migranti e delle comunità di destinazione, in modo da rendere sostenibile l’impatto, prendendo in considerazione con lo stesso livello di importanza tutti i fattori che caratterizzano lo sviluppo attuale e futuro dei paesi di partenza e di arrivo.

A scuola per una società senza discriminazioni

comunicato stampa Roma 17 marzo 2021

21 – 27 marzo 2021

XVII Settimana di azione contro il razzismo

 “A SCUOLA PER UNA SOCIETÀ SENZA DISCRIMINAZIONI” IL PROGETTO CHE PROMUOVE AZIONI POSITIVE DI INCLUSIONE FIALIZZATE ALLA RIDUZIONE DELLE INEGUAGLIANZE.

In occasione della prossima XVII Settimana di azione contro il razzismo, prevista dal 21 – 27 marzo 2021, è stato avviato il progetto FOCSIV “A scuola per una società senza discriminazioni”, con la collaborazione di COMI – Cooperazione per il mondo in via di sviluppo, socio romano della Federazione, e finanziato da UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razzialil’ufficio deputato dallo Stato italiano a garantire il diritto alla parità di trattamento di tutte le persone, indipendentemente dalla origine etnica o razziale, dalla loro età, dal loro credo religioso, dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere o dal fatto di essere persone con disabilità.

Il progetto vuole essere una risposta concreta ai fenomeni di razzismo e alle situazioni di discriminazione che si verificano in Italia e che non favoriscono lo sviluppo e la crescita di comunità e società inclusive, giuste e pacifiche permeate da una cultura etica e di valori sociali positivi.

Il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole sul territorio nazionale e la realizzazione di progetti ed iniziative culturali volte all’informazione e sensibilizzazione contraddistinguono l’impegno di FOCSIV, iscritta al Registro UNAR dal 2019, e di COMI, consapevoli della necessità strategica di rispondere con attività concrete ai bisogni immediati, ponendo, nello stesso tempo, le basi per cambiamenti sostenibili di lungo periodo.

Il coinvolgimento delle scuole, luogo di formazione e di incontro per eccellenza, caratterizza l’azione della Federazione per educare e responsabilizzare i cittadini di oggi e di domani al cambiamento, verso una società che riconosca e garantisca i diritti altrui e nella quale la diversità sia un valore aggiunto di crescita personale.

La formazione e l’istruzione devono contribuire ad emancipare e dare pari opportunità alle fasce più vulnerabili della popolazione, soprattutto in questo momento nel quale gli effetti della pandemia provocata dal COVID- 19 hanno amplificato le diseguaglianze sociali. Ed è dalla scuola che bisogna partire per ricostruire comunità coese e solidali, che vedano nel protagonismo dei giovani e nella comunità educante le chiavi per sconfiggere gli atteggiamenti di chiusura, sospetto e paura nei confronti della diversità culturali, che costituiscono un ostacolo crescente per la realizzazione di un ambiente positivo di crescita dei giovani e di sviluppo delle potenzialità di tutti i cittadini italiani e di quelli di seconda generazione.

I giovani studenti ed i docenti saranno coinvolti, in modo partecipativo, in percorsi didattici ed educativi trasversali e interdisciplinari che proseguiranno altresì oltre la XVII Settimana contro il razzismo.

Grazie anche alle associazioni della diaspora straniera in Italia, con le quali FOCSIV e COMI collaborano da tempo, sarà promosso l’avvio di un rapporto virtuoso di interconnessione tra le scuole e gli attori sociali dei territori coinvolti, attuando un approccio integrato all’accoglienza e all’integrazione.

Sono, inoltre, previste attività di divulgazione, diffusione e visibilità dei contenuti dell’iniziativa come, ad esempio, una Campagna di comunicazione sui social, la realizzazione di un Caffè letterario digitale ed un evento finale in diretta su Facebook sabato 27 marzo 2021.

Per seguire tutte le novità e attività previste da FOCSIV e COMI e per partecipare all’azione contro ogni forma di discriminazione visita il sito della Federazione www.focsiv.it

Ufficio Stampa FOCSIV

Giulia Pigliucci Tel. 3356157253

Ufficio.stampa@focsiv.it

Le diaspore e le nuove generazioni per la ripresa e lo sviluppo sostenibile

I migranti e le nuove generazioni, sono persone che, nonostante molte difficoltà, vivono e rappresentano dei veri e propri soggetti attivi dello sviluppo del nostro Paese, e della cooperazione internazionale. Se maggiormente riconosciuti e coinvolti, possono divenire degli attori importanti per la ripresa e lo sviluppo sostenibile italiano ed europeo.

E’ essenziale dare valore al volto positivo, al protagonismo, di chi vive, studia e lavora nel nostro Paese; di chi crea relazioni e opera per migliorare la salute, l’educazione, l’economia e la tutela dei diritti umani in Italia e nei Paesi di origine. Sono queste le tematiche affrontate nel video Diaspore protagoniste per lo sviluppo sostenibile”,  che FOCSIV  con GCAP Italia lanciano oggi su scala europea, nel quadro del progetto Volti delle Migrazioni .

Da alcuni anni le diaspore si sono impegnate in un percorso di creazione di una rete nazionale di associazioni migranti con lo scopo di essere rappresentate presso il Ministero Affari Esteri, e con l’obiettivo di contribuire attivamente alla politica di cooperazione allo sviluppo. In tale senso, il Summit Nazionale delle Diaspore ha rappresentato uno spazio aperto e allo stesso tempo il cammino di costruzione di questa ambiziosa visione.

Con le sue numerose attività locali e nazionali, il Summit è riuscito a dar voce ai migranti e alle nuove generazioni che vivono in Italia, al fine di conquistare rilevanza nelle scelte politiche per lo sviluppo sostenibile.  È uno strumento per accrescere la democrazia attraverso la partecipazione attiva delle associazioni dei migranti.

La nostra video produzione raccoglie così, da un lato la visione e le speranze di alcuni protagonisti del Summit e, dall’altro, il significativo riconoscimento al mondo diasporico della Viceministra per la cooperazione internazionale, Emanuela Del Re.

Le voci e i volti di Ada, Cleophas, Tatiana, Bertrand e Andry, ci parlano del loro impegno sociale, della loro voglia di partecipare a creare un mondo migliore, sostenibile e più umano. E se il piano per la ripresa socio- economica ha il titolo “NextGenerationEU”, il dibattito politico italiano non può evadere il tema della cittadinanza delle nuove generazioni di italiani. Se l’Italia e l’Europa vogliono tornare a crescere nel mondo, per lo sviluppo sostenibile, la politica deve promuovere la partecipazione attiva delle nuove generazioni e delle diaspore.

 

CILE – Colloborare con Madre Terra (Ñuke Mapu) per far crescere la speranza

L’agricoltura familiare è l’asse sul quale poggia gran parte della vita e la sussistenza degli indigeni Mapuche, soprattutto ora che la pandemia mette continuamente a rischio la fornitura degli alimenti tramite i camion.

Ecco perché con la campagna Abbiamo riso per una cosa seria, le donne delle comunità stanziate nel circondario di Lanco nella regione de Los Rios, in Cile si sono poste un ambizioso progetto: realizzare un orto comunitario. Lavorare insieme non era facile anche per esperienze fallimentari precedenti che tornavano a galla ma la fiducia riposta in loro dal Comi ha rafforzato queste donne, spingendole a credere in questo progetto e nelle proprie capacità di successo, rendendole capaci di mobilitare anche gli uomini nell’impresa.

Dopo aver avuto la disponibilità di un ettaro di terra messa a disposizione da una di loro, sono cominciati i lavori: il terreno è stato pulito, liberato da tutte le sterpaglie e da una grossa radice che è stata estirpata solo grazie alla potenza del trattore! Poi si è effettuato il recinto per impedire alla fauna di danneggiare quanto seminato; i pali a sostegno della rete metallica sono stati acquistati appositamente da piccoli produttori del posto per rafforzare il tessuto economico locale. La preparazione del terreno ha coinvolto la comunità mapuche di Quenchue che ha svolto il lavoro con i macchinari di cui è dotata.

Infine uomini e donne, ragazzi e bambini hanno partecipato alla semina dei fagioli realizzata a fine ottobre. Ora, come dicono i Mapuche, tutto è affidato alla buona Madre Terra- Ñuke Mapu.

E nel silenzio dei solchi si spera in un nuovo miracolo di vita!

Il terreno prima
Il terreno dopo!

SENEGAL – Inaugurazione della mini latteria nel villaggio rurale di Ndiao Bambaly.

Nelle scorse settimane abbiamo visto concretizzarsi uno degli obiettivi del progetto in corso in Senegal e cioé la creazione di una mini latteria nel villaggio rurale di Ndiao Bambaly.

Il progetto è realizzato in partenariato con:

  • SIVtro-Veterinari Senza Frontiere Italia
  • Servizio Regionale   dell’Allevamento (Service Elevage)
  • AVRB -Associations des Villages Rivérains du Bao Bolong
  • ANPEJ – Agenzia Nazionale per la promozione dell’occupazione giovanile
  • PAFILKAF – Plateforme d’innovation pour la chaîne d’approvisionnement en lait local de Kaffrine
  • Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell’Università di Camerino (MC)

Con una missione di Veterinari Senza Frontiere VSF si sono realizzate le attività conclusive che hanno premesso la prima giornata di lavoro della latteria il 25novembre 2020. L’evento ha coinvolto gli allevatori del villaggio e le donne trasformatrici del latte.

l progetto della latteria è cofinanziato con fondi Otto per Mille Valdese e Regione del Veneto
Al termine è stato anche possibile degustare dell’ottimo formaggio spalmabile frutta della formazione realizzata da Veterinari Senza Frontiere VSF – Italia in collaborazione con la direttrice del servizio regione allevamento di Kaffrine.
Di seguito alcune immagini di questa importante iniziativa.

Il nostro Natale colorato!

La sofferenza, l’incertezza, la preoccupazione per il presente e il futuro sono stati spesso in questi mesi il pane quotidiano nostro e di quello di tanta gente che ci circonda.

Anche il COMI ha vissuto momenti difficili: pagare l’affitto, l’elettricità, le tasse comunali, lo stipendio dei collaboratori…tante uscite a fronte di scarse o inesistenti entrate.

È per questo motivo che, per la prima volta in tanti anni, abbiamo deciso di destinare i proventi di questa iniziativa natalizia (al netto ovviamente dei costi sostenuti per realizzarla) al COMI per le sue necessità più impellenti. Infatti, se la struttura non è in grado di funzionare dignitosamente, tutte le attività che da essa originano rischiano di vanificarsi.

Con gioia e speranza abbiamo deciso quindi di ospitare nel nostro sito oggetti che esprimono la bellezza, il colore, la creatività, la semplicità, il lavoro delle mani, e il frutto della terra.

Vogliamo condividere tutto ciò con voi, certi che saprete apprezzare le nostre proposte. Concedetevi un momento di relax curiosando tra le immagini di questi oggetti.

Clicca sull’immagine per scoprire le nostre proposte!

Col cuore e la stima di sempre auguriamo a tutti

Buon Natale.

Il Presidente e lo staff del COMI

PREGHIERA AL CREATORE

 

Signore e Padre dell’umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani

con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro,

di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane

e un mondo più degno,
senza fame, senza povertà,

senza violenza, senza guerre.
Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unità,

di progetti comuni,
di speranze condivise.

Amen

(papa Francesco)

Cile – Uno squarcio di sereno nella “tempesta” del Covid-19

E’ partito il progetto del COMI di sostegno alla popolazione  per l’emergenza Covid nell’mabito della campagna FOCSIV-Caritas “Insieme per gli ultimi“.

La pioggia. La signora di queste terre è la pioggia: fitta, incessante, quotidiana; se ti poni davanti alla finestra per guardare fuori ti illude: assomiglia a una tenda, una fluida e trasparente tela d’ acqua.  E grazie a lei prende vita il fango, così ricco e pesante! Ti si attacca alle scarpe ad ogni passo e a volte, le caviglie, provate, fanno male.  In mezzo a tutto questo, Juanita cammina veloce per la strada. Avvolta da un vento freddo e con le dita un po’ intorpidite scrive su whatsapp un messaggio: vuole la cassetta di alimenti che il governo ha promesso per l’emergenza Covid 19 ma non sa come fare, non è giovanissima e non ha familiarità con piattaforme, con internet.  Dall’altra parte del telefono Pilar legge, riflette un pò, poi va al computer e si collega al web  …

Ogni giorno, al numero del Comi tante richieste! A questo sportello nato per facilitare il dialogo con le istituzioni, i Mapuche si rivolgono per informarsi, capire e usufruire degli aiuti che le Istituzioni hanno destinato alla popolazione sferzata dalla pandemia. Quelli di loro che vivono in città sono stati duramente colpiti dalla crisi e quelli delle campagne, apparentati alla lontana ma comunque uniti dallo stesso sentimento di appartenenza, hanno fatto sacrifici notevoli per sostenerli, soprattutto se anziani.

Pilar chiama, chiede, insiste, sollecita, si accalora mentre espone le situazioni dei suoi e non molla fino a quando non ottiene quello che si era prefissa. E una volta risolto il problema avverte: Ti ho stampato il foglio che ti serviva …. Vieni a prenderlo … ci saluteremo a distanza ma almeno ci conosceremo!

Oggi è stata una buona giornata ma non va sempre così. Domani la sfida ricomincia.

foto di Pilar Reuque

 

 

Per saperne di più sul nostro progetto clicca qui  https://www.comiong.it/cile-2

 

 

Per avere maggiori informazioni su tutta la campagna e sui tanti progetti in corso visita il sito http://www.insiemepergliultimi.it

Un campionato senza odio

Il 20 giugno riparte il campionato di calcio di serie A, ma gli stadi resteranno chiusi al pubblico. Sarà un campionato molto diverso dal solito, forse unico nel suo genere, in questo tempo particolare che stiamo vivendo. E proprio per questo, può anche essere un’occasione per ripensare lo sport in modo nuovo.
E’ questa l’idea della campagna Odiare non è uno Sport, che lancia l’appello per un Campionato senza Odio, per abolire l’hate speech dallo sport e riscoprire la bellezza della competizione sana e corretta.

di Silvia Pochettino

L’hate speech, o linguaggio d’odio, è ormai diventato una parte strutturale delle conversazioni sportive in Italia, in particolare nel calcio, come riporta il Barometro dell’Odio nello Sport, la ricerca realizzata dal centro Coder dell’Università di Torino che ha monitorato per 3 mesi i commenti ai post delle cinque principali testate sportive italiane (La Gazzetta dello SportTuttosport, Il Corriere dello Sport, Sky Sport Sport Mediaset) analizzando 443.567 post su Facebook e 16.991 su Twitter. Risultato? Tre post su quattro ricevono commenti d’odio su Facebook, addirittura uno su due su Twitter.

Ci siamo abituati all’hate speech online e offline tra gli spalti delle tifoserie come se fosse normale insultare, umiliare o minacciare l’avversario. Ma non lo è.

Come si legge nel Barometro: “Siamo difronte a un processo di normalizzazione della violenza per cui è ormai opinione piuttosto diffusa che gli stadi e il tifo siano intrinsecamente connessi a forme di violenza e sopraffazioni che in tempi recenti si sono estese e potenziate online attraverso l’uso massiccio dei social media”

Ma cos’è l’hate speech e come si presenta? Il Barometro dell’Odio in questo breve schema ci aiuta a inquadrare meglio il fenomeno (gli esempi, purtroppo, sono tutti tratti da commenti reali individuati dalla ricerca…)

 

L’appello della campagna Odiare non è uno Sport per una Serie A di calcio così particolare, in epoca Covid e a porte chiuse, è semplice: portare a termine un Campionato senza Odio, eliminando l’hate speech dallo sport!

Se vuoi contribuire anche tu, quando incontri commenti simili a quelli riportati in tabella segnalalo taggando la pagina Fb o l’account Instagram di Odiare non è uno Sport oppure facendo uno screenshot dei tweet e inviandoli a ufficiostampa@odiarenoneunosport.it.

Se ti senti, puoi anche intervenire direttamente nella conversazione rilanciando il semplice appello a un Campionato senza Odio o usando la card qui sotto.

Insieme possiamo davvero rilanciare un tifo che riscopra la bellezza della competizione sportiva corretta