Comi

Io Accolgo

Roma, giovedì 13 giugno, ore 12
Hotel delle Nazioni, via Poli 6
Conferenza stampa di presentazione della Campagna “Io accolgo”
La Campagna “Io accolgo”, promossa da 42 organizzazioni sociali italiane ed internazionali, vuole dare la visibilità che meritano a tutte quelle esperienze diffuse di solidarietà che contraddistinguono il nostro Paese: dalle famiglie che ospitano stranieri che non hanno più un ricovero alle associazioni che organizzano corridoi umanitari per entrare nel nostro Paese, dai tanti sportelli legali e associazioni di giuristi che forniscono gratuitamente informazioni e assistenza ai migranti, a chi apre ambulatori in cui ricevere assistenza sanitaria gratuita, a chi coopera a livello internazionale per accompagnare le migrazioni forzate e ridurre l’insicurezza umana nei paesi di origine e transito. Centinaia di esperienze diverse che la Campagna vuole mettere in rete, perché vengano condivise e riprodotte, perché finalmente vengano conosciute, se ne dia notizia, l’opinione pubblica ne prenda consapevolezza.È quella parte grande del nostro Paese – singoli cittadini e cittadine, nuclei familiari, enti locali, studenti, insegnanti, organizzazioni nazionali e territoriali, laiche e religiose – che non si arrende alla barbarie di un mondo fondato sull’odio e sulla paura, che crede nei principi della Costituzione, dei diritti uguali per tutti, della solidarietà. Soggetti che quotidianamente agiscono per mitigare i danni di una legislazione, di politiche e di comportamenti istituzionali che condannano i migranti a morire in mare, che chiudono i porti, che cancellano esperienze di accoglienza, come gli Sprar, gettando per strada migliaia di richiedenti asilo e rifugiati, anche vulnerabili, privati così della loro dignità e del diritto ad accedere ai servizi sociali.

La Campagna prevede anche iniziative di mobilitazione, per aprire vertenze che inducano le Istituzioni ad assumersi la responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione, cancellando le scelte discriminatorie e superando gli effetti perversi del Decreto sicurezza (Legge 132/2018).

A tutti verrà proposto di schierarsi, di sottoscrivere il Manifesto della Campagna e di indossare o esporre un oggetto simbolo di questa iniziativa.

Tutte le informazioni sulla Campagna e le sue finalità verranno illustrate nella Conferenza stampa che si terrà giovedì 13 giugno, alle 12, presso l’Hotel delle Nazioni, in via Poli 6.

Nell’incontro, che verrà aperto da due esponenti del Comitato promotore, che parleranno a nome della coalizione promotrice dell’iniziativa, verrà data voce ad alcuni dei protagonisti di queste esperienze di solidarietà e accoglienza, oltre che ai richiedenti asilo e rifugiati destinatari di questi interventi.

Saranno inoltre presenti i rappresentanti delle organizzazioni che hanno promosso o aderito alla Campagna.

Fanno parte del Comitato promotore della Campagna:

A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, AOI, ARCI, ASGI, Casa della Carità, CEFA, Centro Astalli, CGIL, CIAC, CIAI, CIR, CNCA, Comunità di S.Egidio, CONGGI,  Ero Straniero, EuropAsilo, Federazione Chiese Evangeliche in Italia – FCEI, FOCSIV,  Fondazione Finanza Etica, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, ICS Trieste, INTERSOS,  Legambiente, LINK-coordinamento universitario, Lunaria, Medici Senza Frontiere, NAIM (National Association Intercultural Mediators), Oxfam, Rainbow4Africa, ReCoSol, Refugees Welcome Italia, Rete della Conoscenza, Rete Studenti Medi, SaltaMuri, Save the Children Italia, UIL, Unione degli studenti, Unione degli universitari, UNIRE

Anche il COMI presente:

Workshop contro l’odio in rete

Diciamoci la verità: fare formazione nelle scuole non è facile. Proporre un workshop contro l’hate speech ed il cyberbullismo nelle scuole, ad oggi, non è facile. È un’avventura avvincente, rischiosa, imprevedibile a tratti divertente. Soprattutto è necessario. Sono una psicologa e sono consapevole che purtroppo i dati su bullismo e cyberbullismo, violenza fuori e dentro le classi, online e offline, sono allarmanti e che tutto il sistema scolastico è sottoposto ad una pressione sociale importante.

Per questi ed altri motivi, l’iniziativa dell’ONG COMI – Cooperazione per il mondo in via di sviluppo di aderire al progetto Digital Transformation per lo sviluppo sostenibile finanziato dal’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo mi è sembrata da subito una bella opportunità di formazione. Non solo, era l’occasione per entrare in contatto diretto con il vissuto degli adolescenti legato all’uso degli strumenti digitali cercando, al tempo stesso, di favorire modalità più consapevoli e salutari. Riassumere gli incontri avvenuti in questi mesi nelle scuole superiori di Roma è un’impresa impossibile, ma proporre una fotografia dell’esperienza era dovuto. Il nostro obiettivo è stato quello di “riflettere con’’ i ragazzi e i docenti coinvolti tramite la discussione aperta, il role playing, l’uso di video e pagine Web sulle potenzialità ed i rischi di una quotidianità spesa agganciati ai canali informativi online e all’uso massiccio di social network come Instagram, che potenziano pregiudizi e stereotipi ed alimentano, a volte, fenomeni subdoli come l’odio online.

 

Fino a qui tutto bene, ma come percepiscono e digeriscono i minorenni di oggi uno spazio di confronto dedicato a questi temi? E se a gestire questi incontri viene una psicologa mai vista? E non consideriamo tutto l’immaginario fantastico attivato dentro di loro dalla psicologia, nonostante i taboo sulla mia professione si stiano fortunatamente sgretolando piano piano: per parlarne ci vorrebbe un altro articolo.

Torniamo al primo incontro del workshop contro l’hate speech. È stato molto interessante testare la loro reattività contro le fake news (per un bel quiz provare http://factcheckers.it/) e riflettere sulla necessità di confrontare più fonti per uscire dalla ‘bolla filtro’ che le nostre stesse ricerche online creano intorno al nostro sapere. D’altronde la Rete, con la r grande, sembra ricalcare il modus operandi del nostro funzionamento cognitivo. Strumenti cognitivi come la categorizzazione ci permettono, infatti, di semplificare la percezione della realtà classificando ogni aspetto dentro a delle categorie già esistenti: non disperdere energie andando troppo oltre quello che siamo disposti a comprendere è umano. Ogni sistema difende le proprie caratteristiche e tra queste rientrano credenze, stereotipi e pregiudizi. La differenza la fa esserne consapevole o meno.

 

Il banco di prova fondamentale è stato creare le condizioni per far emergere i sentimenti partendo dalla definizione del peggiore, ossia l’odio. Alcuni mi dicono sia sinonimo di offesa, disprezzo, malaugurio, conseguenza della distanza… Non posso generalizzare, ma quando ho provato a suggerire un collegamento tra l’atteggiamento sui social e il fenomeno dell’hate speech le reazioni sono state molto curiose.  Molti adolescenti, infatti, non si sentono direttamente coinvolti nei discorsi d’odio o non hanno consapevolezza di fomentare o essere vittime di questo fenomeno. Tuttavia, quando riporto le storie di personaggi famosi o non (per esempio youtuber) vittime di discorsi d’odio tutti sembrano sapere di cosa parlo. Questo breve articolo vuole dare spazio soprattutto alle loro parole e ai loro contributi.

Nella pratica durante gli incontri è emerso come la loro presenza in rete risponda, più o meno consciamente, a un bisogno di riconoscimento sociale e come chiaramente molti abbiamo già riflettuto, da soli o nel contesto familiare, su cosa voglia dire esporsi quotidianamente sui social (‘’cerchiamo sempre la wifi, siamo consapevoli dei rischi, ma l’uso non significa essere dipendenti’’ e ancora ‘’internet fa compagnia’’, ‘’a casa mi mettono dei limiti’’). In alcune classi la riflessione in piccoli gruppi ha stimolato delle condivisioni molto toccanti. In alcuni casi i ragazzi mi raccontano come un account molto attivo online possa corrispondere a una passività nella vita reale (‘’illusione di una vita interessante, no?’’) e che questo automatismo riempia i vuoti emotivi o serva a mostrare più parti di sé (‘’tutti i narcisi stanno su Instagram, ma non il contrario’’).

 

E cosa succede quando invece che i ‘like’ arrivano i commenti negativi o le offese? Molti mi dicono di non dare troppo peso alle parole di persone che non conoscono, ma alcuni sembrano dubbiosi e un ragazzo usa la metafora di Internet come la neve dove ogni traccia di passaggio è sotto gli occhi di tutti, nel bene e nel male. Insieme discutiamo di come lo schierarsi contro qualcuno o un particolare gruppo (sportivo, religioso, etnico o politico per fare degli esempi) possa essere un effetto del bisogno di definire un ‘outgroup’ per rendere più forte ‘l’ingroup’. Le teorie della psicologia sociale, come quella dell’identità sociale, in effetti ci dicono che il grado in cui gli individui interiorizzano un’appartenenza di gruppo come aspetto significativo del concetto di sé influenza il confronto tra il proprio gruppo e un gruppo ‘altro’ sbilanciato verso la difesa del proprio e di un’identità sociale favorevole. Il discorso è molto ampio e non vanno dimenticati gli innumerevoli aspetti positivi dello sharing. Parliamo anche di emozioni ed intenti positivi in questi mesi e qualche parentesi la dedichiamo all’importanza del rispetto, della condivisione e della meravigliosa finestra sul mondo che gli strumenti tecnologici regalano ogni giorno…

 

Per concludere, propongo agli studenti di creare dei brevi slogan, ashtag o postcard su uno o più temi trattati durante gli incontri. Fornisco loro qualche dritta e l’uso di programmi facili da usare, ma li lascio liberi di decidere le parole, il taglio e le immagini (non coperte da copyright) da usare per il loro fine. Durante l’ultimo incontro li osservo lavorare per tre ore durante le quali dovrebbero pattuire un tema, un metodo di lavoro e creare un prodotto comune da mostrare all’intera classe e proprio durante questo tempo emergono, in modo naturale, tutti quegli atteggiamenti propositivi, proattivi o oppositivi di cui avevamo discusso a parole.

Le immagini che sono capaci di creare sono ora molto dirette ed esplicative (‘’stop ai leoni da tastiera’’, ‘’il problema non è la tecnologia ma l’uso che se ne fa’’) ora invitanti, ironiche o allusive (‘’non mangiate odio, mangiate sushi’’, ‘’tutti boni come er pane’’). Altre postcard fanno riferimento in inglese alla linea sottile tra la libertà di parola o la parola d’odio e alla necessità di scegliere consapevolmente cosa condividere dato che rimarrà online anche in caso di pentimento (ricordando che ‘’l’odio è fuori moda’’). Due in particolare mi sembrano di particolare valore comunicativo perché trasmettono un messaggio (‘’Come rompere l’algoritmo dell’odio? Prova col rispetto’’ e una riflessione sull’evoluzione delle armi, prima materiali ora virtuali) in modo efficace e veloce e potrebbero essere utilizzate come veri strumenti di marketing sociale e civile.

Mi viene da sorridere. Sorrido perché nonostante le difficoltà e gli scenari pessimistici di una ‘digitalizzazione del quotidiano’ vedo emergere la curiosità, il divertimento, la speranza, il senso etico, l’amicizia, la sensibilità e per quello che ne so questi sono ancora valori reali.

Lascio la parola alle immagini.

Ringrazio le scuole superiori che hanno aderito al progetto e tutti coloro che l’hanno reso possibile.

 

 

© Giulia Ulivi

 

 

ASSEMBLEA DEI SOCI 2019

Ogni anno la Ong Comi ha un appuntamento importante, l’assemblea dei soci che, oltre ad un aggiornamento sulle attività e progetti, è anche un momento di famiglia, un rivedersi e incontrarsi per parlare di una passione comune, quella per l’impegno nel volontariato internazionale.

L’assemblea di quest’anno, tenutasi il 6 aprile nella sede dell’organismo, prevedeva anche l’elezione del nuovo direttivo, Presidente e consiglieri.

La partecipazione di volontari “storici”, quelli che hanno tracciato le piste dei primi interventi in Africa e in America Latina, e la presenza di alcuni giovani, reduci da esperienze significative in Senegal e in Etiopia, ha dato un colore speciale a questa giornata. Si è visto il filo d’oro che lega passato e presente, il valore del dono di tanti fratelli e sorelle che non si è limitato all’esperienza di un periodo ma è diventato stile di vita e di impegno, sempre a favore dell’uomo e della sua dignità. E nello stesso tempo ci ha proiettati verso il futuro, con l’immissione di nuovi slanci e nuovi entusiasmi.

Qualcuno potrebbe dire che questa è poesia: è vero, e ci vuole, ci serve, perché la bellezza del volontariato è proprio qui, nella capacità di coniugare la competenza professionale e tecnica con la meraviglia che nasce di fronte ad ogni miracolo che è l’essere umano, colto nella sua bellezza, al di là dell’apparenza, perché creato a immagine di Dio. E questo rende meno arido l’inevitabile e necessario impatto con la realtà economica, con ciò che potremmo definire un carburante che serve a far andare il motore: in una assemblea occorre anche fare i conti con il bilancio… cosa che è stata fatta.

Durante l’assemblea abbiamo potuto fare un rapido excursus sulle attività svolte nell’anno, sugli eventi che hanno permesso di incontrare le diaspore di vari paesi, sulla scuola di conversazione di italiano, che sta acquistando sempre più capacità di servizio, sull’educazione alla cittadinanza globale che ci vede impegnati nelle scuole, sui progetti del servizio civile in Uruguay e in Senegal, sulla collaborazione con altri organismi sempre per progetti di sviluppo. Forse è in occasioni come questa che ci si rende conto di ciò che si è realizzato e di come questo sia stato possibile grazie alla collaborazione e all’impegno di tutti.

Il 6 aprile abbiamo ringraziato la presidente uscente, Anna Cerro, che  ha svolto il suo servizio per 4 mandati, dal 2007 al 2019, con competenza e amore. Nel suo messaggio di saluto e di risposta ai ringraziamenti, per la dedizione con cui in questi anni si è posta a servizio dell’organismo, Anna ha sottolineato la realtà dell’agire come corpo, nella condivisione della passione per l’uomo e per lo sviluppo di tutti i popoli.

Essere presidente di un organismo di volontariato internazionale oggi non è semplice: la burocrazia, le lentezze amministrative, la complessità delle situazioni in cui si innestano i progetti, tutto richiede una buona preparazione nel settore, ma anche e soprattutto, almeno nel caso del Comi, il credere che ogni uomo ha il diritto a vivere con dignità, impegnandosi concretamente per renderlo possibile, con un impegno sia all’estero sia nel proprio ambiente di vita.

Nell’assemblea è stato eletto come Presidente, per il triennio 2019/2022, Giovanni Baglivo, originario di Tricase (si è formato alla scuola di don Tonino Bello), sposato con Anna (con cui condivide lo stesso ideale missionario, la spiritualità di Sant’Eugenio e, da Ausiliario,  il carisma dell’Istituto delle Comi ), e con tre figli, Marta, Mariana e Luca.

Giovanni, con Anna  e la piccola Marta (tre anni all’epoca) ha vissuto un’esperienza missionaria e di volontariato di un anno, nel 1994,  in Uruguay, a Playa Pascual e al Cerro di Montevideo, con un progetto dell’organismo, in strettissima collaborazione con le Comi e gli Omi della delegazione, impegnato nelle attività pastorali (gruppi di famiglie e catechesi) e di promozione sociale.

Già presidente del Comi dal 1998 al 2007, è chiamato di nuovo alla governance del Comi, contando, come dice appunto il termine, governo partecipato, sulla presenza di collaboratori altamente qualificati e sull’apporto dei consiglieri

Il nuovo consiglio infatti è così composto:


Giovanni Baglivo – Presidente e responsabile ad interim del settore progetti estero
Claudio Rosati – Vice Presidente e responsabile settore amministrazione
Paolo Naggar – Responsabile settore progetti Italia
Daniela Pompei – Responsabile settore Comunicazione e Fund Raising
Antonietta Mongiò – Responsabile settore Coordinamento

Arte e solidarietà

Durante la nostra visita guidata solidale di Marzo presso la GNAM abbiamo conosciuto la dott.ssa Gisa Ottaviani, la quale entusiasta dell’evento ci aveva detto “sicuramente se  ne organizzate delle altre parteciperò molto volentieri!”. Detto fatto…
Non solo ha partecipato alla visita solidale organizzata per domenica 29 Aprile, ma  è stata proprio lei la promotrice dell’iniziativa: una imperdibile visita guidata ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina.
Grazie alla sua disponibilità e alla sua professionalità ha regalato ai partecipanti una bella passeggiata all’interno dello Stato Vaticano per raggiungere l’ingresso interno dei Musei.
A fine evento le sue parole sono state “ sono molto felice di essere stata utile alla causa!”

Quale giusta causa?

Ce lo dice la nostra amica Giusy Fiorillo che, in quanto responsabile per FOCSIV del progetto “Professionisti senza frontiere” di cui il COMI è uno dei partner, ha preso parte alla missione istituzionale in Senegal prevista dal progetto stesso.

“Domenica 29 aprile ho partecipato alla visita guidata solidale ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina organizzata dagli amici del COMI.
Non è la prima visita organizzata dal COMI a cui partecipo e più che soffermarmi sulla indubbia valenza culturale della mattinata mi piacerebbe esprimere in poche righe l’immenso piacere di prendere parte a una iniziativa solidale che prevede che il ricavato sia utilizzato per garantire ogni giovedì un pasto caldo per oltre 120 bambini talibé di Kaffrine in Senegal.
E pensare che giovedì 19 aprile ero proprio li, in Senegal, a pranzare insieme a loro!!!!
Dopo aver sentito tanto parlare di questi bambini mendicanti che frequentano le scuole coraniche, finalmente ho avuto l’opportunità di immergermi nella loro realtà e vedere con i miei occhi quelle che sono le condizioni di disagio che vivono ogni giorno.
Sono arrivata nel cortile della Parrocchia mentre i volontari in servizio civile del COMI stavano organizzando con i bambini i gruppi per il pranzo, sensibilizzandoli anche sulle pratiche igieniche: tutti i bimbi, prima di pranzare, si mettono in fila e si lavano le mani!!!
Lavarsi le mani prima del pranzo a noi può sembrare una pratica scontata ma vi garantisco che per loro non lo è assolutamente!
Subito dopo i bambini sono invitati a formare dei gruppi di 10/12 componenti e una volta che sono tutti seduti si mangia!!!
Tutto questo è possibile anche grazie al lavoro instancabile delle due “madrine” senegalesi che durante la mattinata, dopo aver fatto la spesa al mercato, preparano il pranzo tradizionale senegalese a base di riso, pesce e verdure.

Continuerò a sostenere il COMI e a partecipare alle visite guidate solidali perché lo splendido sorriso di questi bimbi è stato il più dolce “Benvenuta in Senegal! ” che potessi desiderare.”

Il sorRISO che fa la differenza

FESTA DEL RISO: LA FESTA DI TUTTI!

Nell’ambito della campagna nazionale “Abbiamo riso per una cosa seria”, l’11 maggio scorso il Comi ha invitato amici, soci e volontari ad una festosa serata in collaborazione con la Fondazione Campagna Amica della Coldiretti che ci ha messo a disposizione i suoi locali in via di San Teodoro vicino al Circo Massimo.
La festa “Il sorRISO che fa la differenza”, un momento per incontrarsi, divertirsi, ascoltare buona musica e risvegliare il nostro animo solidale; infatti il contributo richiesto per partecipare alla serata costituirà un fondo per la realizzazione di 17 impianti di irrigazione in fase di allestimento presso altrettanti villaggi nella valle del Bao Bolong, in Sénégal dove il Comi è presente con il progetto agricolo “Professionisti senza Frontiere”.
Massimo e Annamaria, amici del COMI, raccontano della serata: “Location fantastica, ma a renderla così sono stati anche i colori, i visi di splendide persone immortalate nella mostra fotografica, la partecipazione attiva di tutti, le prelibatezze preparate con passione e dedizione dalle volontarie cuoche del COMI, la musica di Carlo Paz che ci ha accompagnato per buona parte della serata, il delizioso vociare dei bimbi coinvolti nei giochi e nei laboratori delle clownesse dell’associazione ‘Ridere per Vivere Lazio’, e nella attesissima performance artistica dei bambini stessi sulla sostenibilità ambientale e sul diritto al cibo; a proposito un grande plauso a tutti i bambini della classe 5°B Scuola Alberto Sordi dell’IC Donati di Romae alla loro maestra Giuliana Ancora che ha fatto un gran lavoro!!!
In Festa quindi tutte le persone coinvolte e sostenitrici del progetto agricolo del COMI in Sénégal nella Valle del Bao Bolong; è stato uno straordinario momento di aggregazione e di conoscenza su un paese così ricco di vita e di voglia di fare.  Bravi tutti, avete trasformato una serata qualsiasi in qualcosa da ricordare nel tempo, avete reso tutti più desiderosi di aiutare gli Altri.”
“Se si dovesse riassumere la serata dell’undici maggio scorso in poche parole, basterebbe dire: stare insieme. Sì, certo, queste due parole vogliono dire tutto e niente. Per chi però ha preso parte all’evento, assumono un significato più preciso perché racchiudono i concetti di impegno e condivisione. L’impegno dei ragazzi in Servizio Civile e dei volontari che hanno allestito la mostra fotografica, preparato i tavoli, cucinato insieme alla supervisione del primo Agrichef del Lazio, Ilaria Marino, e hanno accolto tutti gli invitati con un sorRISO sincero. L’impegno di chi intanto lavora ogni giorno nella Valle del Bao Bolong – in Sénégal – per realizzare le attività previste dal progetto, avendo in mente e nel cuore lo sviluppo sostenibile e la dignità dei beneficiari. La condivisione di chi ha voluto sostenere il Comi, dedicando un po’ del proprio tempo e del proprio contributo finanziario a questa festa. L’impegno, insomma, di chi ha capito che è appunto lo stare insieme, unire gli sforzi di tutti, che può fare la differenza (forse piccola ma non per questo meno importante).

Ecco così che, grazie alla condivisione di tutti è stato lanciato un messaggio di solidarietà che sa andare oltre le frontiere (fisiche e non solo), che mette in relazione persone con speranze e valori comuni, che – in ultima istanza – può farci sentire meno soli e un po’ più utili, non solo al prossimo, ma anche a noi stessi. Per qualcuno potrebbe sembrare  retorica, ma vi assicuro che non lo è. E se in futuro ci tornerà in mente quella sera dell’11 maggio, la prima cosa che affiorerà alla memoria sarà senza dubbio la gioia di essere stati insieme, uniti per una causa comune e uno splendido sorRiso ci illuminerà il volto”. Queste le parole di Marco Lilli – SCN

Doveroso il nostro ringraziamento sincero a tutti: Mercato Campagna Amica – Circo Massimo e ai produttori che ci hanno sostenuto, l’associazione Ridere per Vivere Lazio, a Croma Service che sta lavorando alla realizzazione video della performance della 5°B della Scuola Alberto Sordi, IC Donati, a Caffè Morganti e a Ilaria Marino, Gianni Fiorini, Daniele Taffon di C.A. Circo Massimo.

 

E ora?… THI KHANAM

 

La strada è la stessa, sia che si corra, sia che si cammini

Per la prima volta in vita mia ho partecipato ad una maratona non come giornalista ma come atleta (che parolone!). Non ero solo ma con la mia famiglia (moglie e 4 figli ancora tutti sotto l’adolescenza), con altre famiglie della parrocchia e soprattutto con gli amici del Comi.
Abbiamo partecipato alla Maratona di Roma – Fun Run – 2018 ma ovviamente alla parte dedicata a chi, come noi, è l’atleta della domenica e quindi “solo” 5 km.
Ma soprattutto la nostra è stata una partecipazione per sostenere il progetto del Comi di una scuola di conversazione per stranieri in Italia.
E’ stata una esperienza molto bella e colorata (e già il fatto che siamo qui a raccontarla, vuol dire che siamo sopravvissuti) arricchita da canti, balli e un percorso affascinante tra le vie della Roma antica che partono dal Colosseo e conducono sino al Circo Massimo.
La strada è la stessa per tutti, su questa terra, e sia che la si faccia di corsa (come i professionisti della maratona) o che si cammini in allegria abbracciati alla propria moglie e ai propri figli, tutti, anche i nostri amici ospiti stranieri, hanno il diritto di percorrerla a pari requisiti.

Camminare, parlare, conversare perché la strada è la stessa per tutti.

Giorgio Gibertini

Per informazioni sulla nostra scuola di conversazione click qui

DA 45 ANNI “COSTRUTTORI DI SPERANZA”

Abbiamo festeggiato in questi giorni il nostro 45° compleanno e ci sentiamo sempre più… giovani e vitali, intenzionati a proseguire sul nostro cammino iniziato nel 1973 per costruire tutti insieme un mondo migliore. 

Nel corso dell’ottima  cena senegalese preparata da Fatima ….. abbiamo raccolto le testimonianze di alcune amiche che vi riportiamo qui di seguito:

Per vari motivi non partecipavo ad eventi del COMI da qualche tempo e, riaffacciandomi nella realtà della Ong, l’impressione che ho vissuto sabato scorso è stata quella di aver partecipato ad una festa di famiglia.
Condividere questo compleanno con la Messa e la cena, è stata per me l’occasione per dare un segno concreto della mia vicinanza e del mio sostegno al COMI ed ho respirato un’aria di festa!
È stato bello rivedere volti di persone conosciute nel tempo e positivo ed arricchente lo scambio con chi ho conosciuto per la prima volta.
E, come succede per ogni festa di famiglia, resta nel cuore la gioia di essere stati insieme e di aver condiviso una bella serata.
Elisabetta Piccinni, Comi

I compleanni segnano la crescita non solo di anni, ma anche di sapienza ed esperienza. La messa celebrata insieme nella Basilica ha dato la dimensione di ciò che il Comi è oggi: una famiglia costruita con le differenze che non costituiscono separazioni, ma arricchiscono. I giovani del servizio civile, i volontari “attivi”, i soci amici da sempre, le Comi, il nuovo assistente Omi, i responsabili dell’organismo: insieme è stato come costruire un mosaico affascinante. Anche le debolezze, in questa maniera, diventano sfide da accogliere e non tolgono l’entusiasmo del cammino da fare.
Cosa dire della cena? Bravissima la nostra Fatima e prezioso il contributo di tanti. Che bello vedere gli uomini che lavano le pentole!!!
Antonietta Mongiò, Comi

In occasione del compleanno del Comi, ho voluto partecipare alle iniziative organizzate da alcuni soci; pur essendo socia da qualche anno questa è stata la prima volta. Cosa ho trovato, cosa ho provato e cosa penso cercherò di descriverlo; ho trovato persone e amici che con impegno, serietà, volontà ed il sorriso sul volto si sono adoperate   ad organizzare una mostra per far conoscere il progetto sviluppato e in corso in Senegal, la messa e una tipica e frugale cena senegalese. Tutto per trasmettere il messaggio e lo spirito del Comi: lo spirito di aiutare chi ha meno ma forse dovrei dire molto meno di noi.
Proprio la mostra fotografica ci fa riposizionare rispetto ai nostri bisogni che spesso sembrano di vitale importanza ma, in verità, siamo noi a dargli questa enorme importanza. Chi di noi pensa di non avere abbastanza, conoscendo dove opera e come opera il Comi si rende presto conto che è proprio vero “nella vita è tutto relativo e il mio poco per altri è tanto”. Lungi da essere banale, credo che quelle foto e il bellissimo filmato proiettato è qualcosa che dovremmo vedere tutti, allora sicuramente per molti di noi il rapporto con le cose che ci sono vicine e con la nostra quotidianità cambierebbe.
Un grazie agli amici del Comi e un augurio affinché i progetti del Comi possano coinvolgere un numero di soci e di persone di buona volontà sempre maggiore.
Grazie
Rita Bartoloni, socia COMI

 

 

Buon compleanno a tutti noi! Andiamo avanti…

 

 

PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO E FORO ROMANO

Abbiamo inaugurato il nuovo anno con la prima visita guidata “solidale” alla scoperta della nostra amata e splendida città. Sotto un cielo inaspettatamente azzurro e limpido (dopo la pioggia dei giorni precedenti) un’aria friccicarella  che ci ha svegliato definitivamente, abbiamo cominciato la visita alla scoperta (anche per molti di noi romani) del più importante anfiteatro romano, conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città Eterna: il Colosseo. A seguire il Foro Romano ci ha accolto col suo splendore e la sua storia millenaria.

Chi all’ultimo non ha purtroppo potuto unirsi a noi, potrà farsi un’idea di ciò che abbiamo vissuto attraverso le parole di due amiche del COMI: Maria Antonietta e Michelle. 

Ecco cosa ci raccontano. 

 “Vedere Roma così.. una città con la sua storia visibile, dove il passato sembra avanzare prepotentemente con immagini e trofei da non poterli più considerare solo rovine. Non c’è che una Roma al mondo e io mi ritrovo qui adottata da una città a dir poco meravigliosa. Grazie al COMI per questa bella mattinata passata insieme”  

“Ho avuto il grandissimo piacere di prendere parte ad una bellissima iniziativa del COMI: una visita guidata il cui ricavato andrà alla realizzazione di una mensa settimanale a favore  dei bambini di strada nella regione di Kaffrine in Senegal. E’ stata una mattinata fantastica: la guida era preparatissima e lo staff del COMI cortese e affettuoso come sempre. Ciò che ho apprezzato tanto è stato proprio il fatto di aver trascorso del tempo all’insegna della cultura, aver appreso tanto e contemporaneamente aver contribuito ad una buona causa… una mattinata doppiamente bella e piacevolissima!

Mi auguro che il COMI organizzi altre visite di questo tipo e consiglio a tutti di parteciparvi!!!” 

…accogliamo l’invito di Michelle e… AD MAIORA!