Comi

Intervista a Graziana

Graziana Fallasco, 26 anni, veterinaria, Venezia, Veneto


Perché hai scelto di partire per il Servizio Civile Universale in Senegal?

Mi ha parlato di quest’esperienza una mia collega di università: mi ha spiegato le attività che svolgeva e l’esperienza in generale e ho subito deciso di candidarmi.

A che progetto partecipi? Di che si tratta e qual è il tuo ruolo

Caschi bianchi per lo sviluppo rurale in Senegal. Io sono un medico veterinario per cui mi occupo di seguire la parte tecnica dei progetti rurali. Attualmente sto seguendo il progetto “Capre ed asini fase 2” che si occupa di trovare modalità per aumentare la produzione di latte delle capre, soprattutto durante la stagione secca, e di migliorare il benessere degli asini, che qui non sono considerati nient’altro che oggetti da lavoro. L’altro progetto si chiama “Una Sola Salute e uguaglianza di genere” ed è un progetto pilota per lo studio delle zoonosi (ossia le malattie infettive che possono passare dagli animali all’uomo), al fine di capire quali sono i rischi principali, quali sono quelle più diffuse e come poter attuare delle tecniche per diminuirne la diffusione; questo progetto ha come beneficiari principalmente donne e ragazze, sempre più esposte alle infezioni

Quali sono state le principali sfide che hai dovuto affrontare (sia che fosse all’inizio che in corso d’opera) ? Si sono risolte Se sì, come ?

Le due sfide principali sono state l’adattamento a una cultura totalmente diversa e la lingua. Per quanto riguarda il problema linguistico, la situazione è nettamente migliorata, grazie a uno studio personale e ,soprattutto, alle conversazioni quotidiane. La cultura, invece, è una continua sfida, ci sono molte differenze ma col tempo ho imparato ad apprezzare lo stile di vita senegalese, anche se a volte è più dura del solito. La concezione del tempo, per esempio, è molto diversa dalla nostra ma solo collaborando insieme si può riuscire a trovare un punto d’incontro.

Highlights di quest’ esperienza. Qual è la prima immagine/situazione che ti viene in mente pensando al Servizio Civile svolto finora?

Il Thiebu Thien: è il piatto nazionale, anche patrimonio dell’Unesco. È il protagonista di tutte le cerimonie e i momenti di condivisione ed è particolare in quanto si mangia tutti insieme dallo stesso piatto e quasi sempre con le mani. Rappresenta appieno il simbolo della condivisione, della comunità e dell’accoglienza senegalese.

Cosa ti ha colpito dell’ambiente in cui ti trovi?

Le case di tutti sono sempre aperte: credo sia una particolarità rappresentativa della cultura locale, tutti sono amici e parenti di tutti e quando una persona ha un problema si cerca tutti insieme di risolverlo. Una delle frasi che ho sentito più spesso pronunciare è “On est ensamble”, ossia “siamo insieme”: ogni volta che ringrazio mi viene detta questa frase, sottintendendo che non devo ringraziare perché aiutando me, l’altra persona sta aiutando la propria comunità e quindi anche se stessa.

3 parole significative

Calore. Sia nel senso di temperature molto calde, che nel senso di accoglienza. Le persone qui sono veramente calorose, a tutti piace parlare e condividere le proprie esperienze e conoscere quelle degli altri. I colleghi ci hanno subito fatto sentire accolti e parte della loro comunità, mai degli estranei.

Fissare. Nel senso di “tradurre” le conoscenze che già avevo a livello puramente tecnico in azioni e pratiche tangibili grazie al lavoro sul campo; quindi “fissarle” in mente in modo diverso, nella loro polidimensionalità

Scoprirsi. Riferito principalmente all’attività con i talibés: non ho mai apprezzato particolarmente la compagnia dei bambini in Italia, invece sorprendentemente qui l’attività che preferisco è quella in Dahara con i talibés.

Vuoi aggiungere qualcosa? C’è qualcosa che ci tieni venga detto rispetto l’esperienza del Servizio Civile, il Senegal ecc. Qualcosa che assolutamente vuoi che passi e che si sappia

Vorrei assolutamente consigliare a chiunque abbia una mezza intenzione di affrontare quest’esperienza di buttarsi e tentarla: non si sarà mai pronti per quello che accadrà e si vivrà, perché i racconti non possono descrivere tutte le sensazioni assurde che si provano, ma ne varrà assolutamente la pena.

 

Lascia un commento