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Verso l’utopia dell’interculturalità

La differenza tra multiculturalità e interculturalità fa parte dell’ABC degli studi sociali, si apprende il primo giorno di lezione e ci accompagna lungo tutto il nostro percorso professionale. Questi due concetti sono così importanti da essersi diffusi dall’ambito accademico a quello quotidiano attraverso i mass media: è comune leggerli o ascoltarli nelle notizie legate alla questione dell’immigrazione, ma è facile confonderli o addirittura pensare che significhino la stessa cosa, dato che in molte occasioni questi media ne danno per scontato il significato, causando più disinformazione che informazione.

Per chiarire i dubbi, secondo il dizionario CEAR (Commissione spagnola per l’aiuto al rifugiato), il multiculturalismo si riferisce alla presenza nello stesso luogo di culture diverse che non sono correlate tra loro o che possono o meno avere un rapporto di coesistenza. Mentre secondo l’autore Carlos Giménez Romero, “l’interculturalità è un rapporto di armonia tra le culture; in altre parole, un rapporto di scambio positivo e di convivenza sociale tra attori culturalmente differenziati”.

Sulla base di queste definizioni, possiamo affermare che il Cile in generale e Malalhue in particolare sono un territorio multiculturale, dove la cultura cilena egemonica1 coesiste con culture come quella peruviana, venezuelana, boliviana, haitiana o mapuche. Quest’ultima, la cultura mapuche, è fortemente rappresentata dalla quantità di popolazione presente nel territorio: fino al 31,83% della popolazione della comuna di Lanco si dichiara mapuche2. Tuttavia, è una cultura che rischia fortemente di scomparire a causa della lunga storia di persecuzione, repressione e assimilazione forzata di questo popolo indigeno. Tanto che ci sono mapuche che ritengono che prima di entrare nell’interculturalità si deve recuperare e rieducare in tutto ciò che riguarda la cosmovisione mapuche, per evitare il rischio di accettazione e assimilazione di un’altra cultura dovuta all’ignoranza della propria. Nelle parole di Victorino Antilef Ñanco, ex membro della Commissione costituzionale e residente del Lof Mapu di Antilhue,

“Quello che bisogna fare è avviare, indurre un processo interno affinché la gente torni a valorizzare e praticare antichi saperi espressi in pratiche come la tessitura, l’oreficeria, la creta, i telai, il cibo, il che è un sistema abbastanza completo, sviluppato in ambiente Mapunche.”

 

 

La nostra ONG COMI vuole realizzare questa utopia che sembra essere l’interculturalità a Malalhue, ed è con questo scopo che realizziamo diverse attività, come la scuola di lingua italiana o l’evento Ethno Chile.

A seguito dell’incalzante richiesta della popolazione e grazie all’aiuto della nostra responsabile della sicurezza, nonché insegnante di storia del Liceo “República de Brasil”, Diosa del Rosario Villaroel Pineda, la scorsa settimana è stata inaugurata la scuola di italiano dopo che, con nostra sorpresa, si erano riempiti tutti i posti in due giorni dalla pubblicazione dell’attività.

La lezione inizia ogni mercoledì alle 18:30 nella biblioteca comunale “Gabriela Mistral”, dove gli studenti imparano le basi della lingua italiana, come i saluti e il vocabolario quotidiano, in un contesto di educazione non formale che funge da pretesto per svolgere un scambio culturale e linguistico tra le persone partecipanti.

Fra queste attività, va notato quanto sia stato importante per noi promuovere l’incontro internazionale di musica popolare Ethno Chile 2023 a Malalhue. Ethno è il programma dell’ONG Jeunesses Musicales International per musica folclorica, tradizionale e world music. Fondata nel 1990, si rivolge a giovani musicisti con la missione di far rivivere e mantenere vivo il patrimonio culturale mondiale. Al centro di Ethno c’è il suo approccio democratico di apprendimento tra pari in base al quale i giovani si insegnano a vicenda la musica dei propri paesi e culture. È una pedagogia non formale che si è affinata negli ultimi 33 anni, abbracciando i principi del dialogo e della comprensione interculturale.

Per questo evento abbiamo messo in contatto il gruppo di musicisti Ethno Chile (provenienti da Germania, Austria, Svezia, Francia, Italia, Estonia, Giappone, USA, Brasile e Cile) con il gruppo locale di musica mapuche Meli Kvrvf. Hanno trascorso la giornata condividendo e imparando insieme una canzone del gruppo e integrando gli strumenti tradizionali mapuche al resto dell’orchestra attraverso questa pedagogia non formale e democratica.

Guillermo Neftalí Jaque Calfuleo, membro del gruppo Meli Kvrvf nonché educatore tradizionale e artista culturale, del Lof Külche mapu, Puquiñe, nella comuna di Lanco, ci ha raccontato come ha vissuto l’esperienza:

“L’interazione è stata molto piacevole, molto intima, sincera per così dire. Siamo stati in grado di condividere, nonostante le barriere linguistiche, ciò che è la musica mapuche, il tema e presentare gli strumenti.

È stato molto arricchente potersi liberare dai pregiudizi in un’esperienza di condivisione con altre persone di altri luoghi e culture.

…non ci aspettavamo l’invito al concerto di chiusura a Villarrica e lo abbiamo accolto con grande gioia, è stata un’esperienza che non capita tutti i giorni, soprattutto per persone mapuche che fanno musica mapuche più tradizionale, una bellissima opportunità che resterà nella memoria per sempre.”

Come abbiamo accennato all’inizio, potrebbe sembrare che raggiungere l’interculturalità sia un’impresa impossibile, e, quand’anche fosse possibile, non è qualcosa che si ottiene in due giorni; deve essere promossa dallo Stato attraverso leggi, piani e programmi che diventino efficaci e approdino nella realtà di scuole, aziende, comuni, comunità ecc. E mentre tutto questo arriva, ci auguriamo che le nostre attività, se non realizzano quella comunione culturale, facciano presente la realtà multiculturale del territorio e ci avvicinino a quell’obiettivo a lungo termine che è l’interculturalità.

 

 

Manuel Pastor Tomás

Volontario COMI in Cile

 

 

 

1L’egemonia culturale si riferisce al dominio mantenuto tramite mezzi ideologici o culturali. Di solito si ottiene attraverso le istituzioni sociali, che consentono a chi detiene il potere di influenzare fortemente i valori, le norme, le idee, le aspettative, la visione del mondo e il comportamento del resto della società.

 

2Fonte: Censos de Población y Vivienda (Censimenti di Popolazione e Abitazione) 2002 e 2017, Instituto Nacional de Estadísticas (INE).

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